In un mondo del lavoro in continua evoluzione, le aziende sono sempre più alla ricerca di modi per attrarre e trattenere i migliori talenti. Tra i fattori che influenzano maggiormente la soddisfazione dei dipendenti, il wellbeing gioca un ruolo fondamentale.
Un report Aon evidenzia come il miglioramento dei fattori di benessere dei dipendenti possa migliorare le prestazioni aziendali dall’11% al 55%.
Ed è proprio in questo contesto che il welfare aziendale si afferma come uno strumento strategico per il miglioramento della produttività e del benessere dei lavoratori. Dal 2016 i piani di welfare aziendale sono cresciuti del 480%. È cresciuto molto anche il welfare aziendale offerto dalle piccole medie imprese (il 66,8% delle pmi che hanno tra i 101 e 250 addetti ha un livello elevato di welfare).
Il welfare aziendale si riferisce a un insieme di programmi e benefici offerti dalle aziende ai propri dipendenti, oltre alla normale retribuzione. L’obiettivo è migliorare il benessere e la qualità di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.
Tra i lavoratori è sempre più in aumento l’apprezzamento del welfare aziendale, lo dicono i dati del 7° Rapporto Censis-Eudaimon.
Tra i lavoratori che beneficiano di welfare aziendale l’84,3% lo vorrebbe potenziato, mentre tra coloro che non ne beneficiano l’83,8% lo vorrebbe introdotto nella propria azienda.
Il 79,5% degli occupati apprezzerebbe un aumento retributivo sotto forma di una o più prestazioni di welfare.
L’89,2% degli occupati vorrebbe un welfare personalizzato, con offerte modulate sulle singole esigenze di ciascuno, convinti che in tale forma avrebbe anche impatti positivi sull’engagement.
Il 72,4% degli occupati vorrebbe un consulente di welfare che li supportasse nell’affrontare eventuali problemi con la sanità, la previdenza, la scuola dei figli e altro.